mercoledì 23 maggio 2012

Ringrazia mamma.

Ho saputo che sei fidanzata, non so se è vero. Ho sempre voluto vederti fidanzata e felice come ti vedo ora e magari darti consigli come hai sempre fatto tu. Ho sempre saputo più cose di te di quanto tu me ne avessi mai confidate: riuscivo a capirti da ogni tuo particolare, ma questo non lo sai, vero? Non so se riuscirai a capire che queste parole sono per te, una volta per tutte, per ricambiare tutti quei fogli scritti, invece, per me. Voglio dirti che sei stata più di una sorella, una sorella maggiore della mia stessa età. Voglio dirti che tutto ciò che abbiamo passato noi ora si trova nei miei ricordi più belli, quelli che ogni tanto vorresti rivivere. Voglio che tu sappia che so che per me non ci sei più, che mi hai aspettato troppo e che dovevo farti capire cosa fossi per me. Mi dispiace. Mi ricordo che a tredici anni eri tu a rendere la mia vita senza pensieri, eri tu ad accorgerti di ciò che volevo, dato che ero troppo stupida per capirlo, eri tu a dirmi "ti copro io con tua madre". -Ti copro io con tua madre. -Grande, meno male che ci sei tu. -Ringrazia mamma. Non sai quante volte dentro di me l'ho fatto, ma ora ringrazio te, per tutto e ti chiedo scusa se non ci sono stata, se ho dato altre priorità, se questa sorta di lettera non è all'altezza delle tue. Ti voglio bene sempre.

lunedì 23 aprile 2012

I tossici.

A modo nostro siamo tutti tossici in un mondo pieno di contraddizioni e morali. Siamo tossici e stiamo bene assumendo le nostre dosi giornaliere di droga. Li per li si che stiamo bene: è il tempo a farci rendere conto del male che quella dipendenza ci ha causato, i postumi. Nessuna droga fa bene. 
Ognuno è tossico di qualcosa o qualcuno, a modo suo, nel suo piccolo. 
Però la cosa più brutta dei poveri tossici, è che il loro amore è a senso unico. Il loro aver bisogno non è mai ricambiato.
Non è tanto il male o il dolore fisico ciò di cui si ha paura, ma il correre dietro a qualcosa di inanimato o a qualcuno che invece a te non ti corre dietro, ti lascia andare e nonostante tutto la tua mente pensa a milioni di modi per procurarti ancora quella droga, perchè la vuoi, la vuoi sempre di più e per lei fai carte false, ti inventi i soldi e i sogni... Fino a perdere entrambe le cose.


 

domenica 22 aprile 2012

Nessuno si salva da solo

Ok, te lo dico. Non ti sopporto più. Non sopporto la tua indifferenza e odio non sapere più cosa pensi. Prima ti leggevo, lo sapevo. Sempre. Non ti interessa nemmeno saperlo, lo so, è inutile che lo dici. Sono una cosa in più per te e per la tua vita. E non dirmi di no, che nemmeno sai motivarlo.
Allora sai che faccio? Me ne vado, tanto rimani li: so che non ti verrebbe mai in mente di rincorrermi e dirmi cose del tipo -Ti prego, ho bisogno di te.- Non lo faresti mai, per lo meno, non per me.
Ciao, vado a vivere la mia vita come avrei dovuto fare invece di infilarmi in questa relazione tossica del cazzo. Penso a me stessa e basta, vaffanculo tutto.
Ti amo però. Sappilo. Non smetterò mai di farlo a differenza tua.
                                                                                     N.
http://www.ilrecensore.com/wp2/2011/03/nessuno-si-salva-da-solo-torna-margaret-mazzantini/

mercoledì 18 aprile 2012

La caduta


Mi viene in mente un po’ di tempo fa, un giorno in cui parlavo d’amiche che arrivano o che se ne vanno.
Un periodo ricco e veloce, pieno di una nuova passione scoperta per Nietzsche, dell’ansia pre-esame e dell’odore di tramezzini caldi alle undici di mattina.
Il tempo passa e per ogni tempo c’è un tipo di malinconia che ti ricorda che i tempi passati sono sempre più belli di quelli presenti. In realtà non è così, affatto. Però questa sera la malinconia c’è, sempre di sera, “l’imago della fatal quiete”.
Mi vengono in mente le viette del centro, quelle che odiavo per una notte di primo sesso mai mandata giù. Non mio.
Odiate e nello stesso tempo così familiari, com’era familiare quel banco o quei saccottini al cioccolato alle sette e quaranta del mattino, buonissimi. 
La storia racconta che generazioni hanno nel cuore la piazza con la chiesa di Santa Barbara e racconta che in giugno fu scattata una foto li, con il caldo e il sedere sui sampietrini. Più di una in realtà. Un sorriso e un po’ d’ansia per pedagogia. L’illusione e la certezza dell’eternità di quel momento, del meglio che sarebbe arrivato poi.
…che  poi, invece, è arrivato il peggio, quello che dicono TI RENDE FORTE: l’università “non era come me l’aspettavo”, la mia storia “non era come me l’aspettavo”, l’amicizia “non era come me l’aspettavo”.
Bang. Bang. Bang. Giù fino a quarantaquattro chili, giù, giù infondo senza nemmeno riuscire a vederlo questo fondo. Puf, mai esistita.
Si, questa è la stessa storia della chiesa di Santa Barbara, tadaan.
Puf. Un giorno apro bene gli occhi, allungo una mano e il fondo riesco a toccarlo. Era Natale quel giorno.
Nel momento in cui superi da eroe un momento difficile, ti ci senti davvero, un eroe. Cresci, è questo il motivo e la sicurezza aumenta. Eppure quando il pensiero torna li, ti accorgi che la tua sicurezza può anche andare a farsi fottere perché ti assale la paura che accada di nuovo. Cribbio! E’ il tallone d’Achille di tutti gli eroi, questo. Che poi non esistono eroi. Eroe è chi ama e chi nonostante abbia paura continua ad amare. Amare tutto, dal cibo, ad un bel vestito, al tuo cane, alla tua famiglia, alle canzoni, all’ amore. Fino allo spirito: “la linea verticale”, mi ricorderebbe qualcuno.
Mi viene in mente che alla fine ci saranno altri odori mattutini ed altre persone da lasciar stare o da riprendere. Altre canzoni ed altri tempi malinconici. Poche cose vorrei rimanessero da me.
Con malinconia e speranza.

mercoledì 11 aprile 2012

Norma

Un vortice con dentro una buona quantità di perplessità e una modesta dose di smarrimento.
Norma è assonnata, però si alza ugualmente da quel letto che per lei, ormai è troppo stretto. Prende con il mignolino sinistro del piede quel fottutissimo spigolo della porta che è li da ormai nove anni. Si mette a ridere da sola, ma nello stesso momento scende una lacrimuccia incerta per la botta.
Ah, devo portare fuori il cane.
La passeggiata funge da quattro mesi a questa parte da confessionale tra se stessa e se stessa. E alla fine non sa mai chi ha ragione. Vortice. Non c'è nessuno che vince mai, anche se in continuazione si sente di aver perso,  come privata di qualcosa. Fantasie, le dicono, ma lei non ne è troppo convinta. Le donne sentono il giusto, le dice sempre un'amica.
Norma è stanca di ragionare. Norma. Chi è Norma?
Sale a casa e aspetta che la giornata scandisca i suoi ritmi soliti e aspetta qualcosa di più.
Ancora aspetta...
                                                                                                                                 N.


PS. Ogni parola non è puramente casuale, nemmeno il video.